domenica 23 aprile 2017

World Book Day


It's a World Book Today!! An event that occurs every year on April 23rd. It is on this date in 1616 that Miguel de Cervantes, William Shakespeare and Inca Garcilaso de la Vega all died.
April 23 is also the generally accepted date of Shakespeare's birth (based on baptismal records). Some say that Cervantes really died on April 22; and in any case, the claim that both died on the same day is misleading, since it relies on a calculation correlating the new Gregorian calendar of Cervantes's Spain to the old Julian calendar still in use in Shakespeare's England.

È la Giornata Mondiale del Libro oggi! Un evento che si celebra ogni anno il 23 aprile. È in questa data nel 1616 che Miguel de Cervantes, William Shakespeare e Inca Garcilaso de la Vega sono morti (Alcuni dicono che Cervantes è morto il 22 aprile).
Il 23 aprile è anche la data attribuita al giorno di nascita dello stesso Shakespeare (così come riportato sul registro del battesimo). Ma in ogni caso, nonostante il calendario gregoriano della Spagna di Cervantes e quello giuliano ancora in uso nell'Inghilterra di Shakespeare non coincidano, la celebrazione di questo giorno va oltre le date e rende occasione di ricordare questi grandi scrittori!


Here some photos from my home and a beautiful sonnets to celebrate Shakespeare on this day! 
 Sonnet 116

Let me not to the marriage of true minds 
Admit impediments. Love is not love 
Which alters when it alteration finds, 
Or bends with the remover to remove. 
O no! it is an ever-fixed mark 
That looks on tempests and is never shaken; 
It is the star to every wand'ring bark, 
Whose worth's unknown, although his height be taken. 
Love's not Time's fool, though rosy lips and cheeks 
Within his bending sickle's compass come; 
Love alters not with his brief hours and weeks, 
But bears it out even to the edge of doom. 
If this be error and upon me prov'd, 
I never writ, nor no man ever lov'd.

Sonnet 130

My mistress’ eyes are nothing like the sun;
Coral is far more red than her lips’ red;
If snow be white, why then her breasts are dun;
If hairs be wires, black wires grow on her head.
I have seen roses damask’d, red and white,
But no such roses see I in her cheeks;
And in some perfumes is there more delight
Than in the breath that from my mistress reeks.
I love to hear her speak, yet well I know
That music hath a far more pleasing sound;
I grant I never saw a goddess go;
My mistress, when she walks, treads on the ground:
And yet, by heaven, I think my love as rare
As any she belied with false compare.


Qualche foto scattata a casa e due meravigliosi sonetti per celebrare Shakespeare in questo giorno...

Sonetto 116

Non sarà che al matrimonio di animi costanti
io ponga impedimenti: non è amore quell'amore
che muta quando scopre mutamenti
o tende a ritirarsi se l'altro si ritira.
Oh no, esso è un faro sempre fisso
che guarda alle tempeste e mai ne è scosso;
è la stella polare per ogni nave errante, 
e il suo valore resta ignoto, anche se l'altezza ne sia presa.
L'amore non è lo zimbello del Tempo, anche se rosee labbra e guance
cadono nel compasso della sua falce ricurva;
l'amore non muta con le sue brevi ore e settimane, 
ma resiste fino all'orlo del Giudizio.
Se questo è errore e mi sia provato,
io non ho mai scritto, e nessuno mai amato.


Sonetto 130

Gli occhi della mia donna non sono come il sole, 
il corallo è assai più rosso del rosso delle sue labbra; 
se la neve è bianca, allora i suoi seni sono bigi, 
se i capelli sono crini, neri crini crescono sul suo capo.
Ho visto rose damascate, rosse e bianche, 
ma tali rose non le vedo sulle guance; 
e in certi profumi c'è maggior delizia 
che non fatto che la mia donna esala. 
Amo sentirla parlare, eppure so, 
che la musica ha un suono molto più gradito. 
Ammetto di non aver mai veduto incedere una dea, 
ma la mia donna nel camminar calca la terra. 
Eppure, per il cielo, credo il mio amore tanto raro
quanto qualsiasi donna travisata da falsi paragoni.


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